La filmografia di Bob Rafelson è fatta di un'opera entrata nel mito (CINQUE PEZZI FACILI), di un remake alla moda (IL POSTINO SUONA SEMPRE DUE VOLTE), di una costante qualità del prodotto. E di una progressiva demotivazione : caratteristica, questa, che a sua scusante tocca quasi tutti i cineasti che hanno fatto grande (ergo coraggioso, critico, lucido, creativo) il cinema americano degli anni settanta.Ma, a parte Scorsese, Woody Allen, chi arrischia ancora qualcosa?
Bob Rafelson, ex grande indipendente del cinema americano ai tempi del leggendario FIVE EASY PIECES si rende qui del tutto dipendente del cinema del grande sistema, quello dell'avventura a grande spettacolo.
Narrando la vita di Richard Burton, non quello al quale tutti pensate, ma un esploratore ed etnologo inglese vissuto alla fine del secolo scorso, il film descrive i tentativi di Burton, e del suo giovane ed ambizioso associato John Speke, per scoprire le mitiche sorgenti del Nilo. L'inizio brutale, con lo sterminio di una prima spedizione di Burton da parte di una tribù indigena, ci ricorda che Rafelson è un maestro del linguaggio, e che sa dirigere i suoi attori, tutti di tradizione teatrale inglese.
Ma lungi dallo sfruttare l'esotismo del soggetto in chiave magica o fantastica (come, pure in un film a vocazione commerciale come OUT OF AFRICA, riuscì ad un collega di Rafelson dei tempi d'oro, Sidney Pollack) il film si sofferma troppo a lungo sugli intrighi in terra inglese, tesi ad impedire a Burton di raggiungere la fama. Scivolando così in quell'accademismo che gli inizi della carriera dell'autore avevano fuggito come la peste.